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L’ EMIGRAZIONE CALABRESE È IN CRESCITA E DIMINUISCE LA PRESENZA DI STRANIERI

Analisi attenta e precisa del giornalista Santo Strati. Come Associazione Culturale, sollecitiamo la politica calabrese sui temi veri, reali e concreti:
con questi numeri si rischia, tra qualche anno, la marginalizzazione della Calabria per via della costante desertificazione del territorio e dell’abbandono da parte dei GIOVANI, vero bene prezioso per la nostra terra.

dalla Redazione di Calabria Live

Non è mai facile parlare di chi, con una valigia carica di sogni e ambizioni, parte dalla sua terra per trovare il suo ‘posto nel mondo’. E per la Calabria questa è una storia antica – come lo è per il Meridione in generale – vedere i suoi figli, da generazioni, lasciare la terra madre per un futuro che quest’ultima non è in grado di offrire. Il dato dell’emigrazione calabrese, purtroppo, non diminuisce e, per contro diminuiscono anche gli stranieri residenti.

E il quadro che è stato presentato con il Rapporto Italiani nel Mondo, giunto alla 15esima edizione, della Fondazione Migrantes non è rassicurante: nell’ultimo anno sono 6383 i calabresi partiti. In Calabria, su una popolazione residente di 1.924.701 persone, gli iscritti all’Aire, l’anagrafe dei connazionali all’ estero, sono 423.668 (22%) per lo più residenti in America centro-meridionale ed Europa. Le mete a più alta incidenza calabrese sono Argentina (103.295), Germania (79.552), Svizzera (52.401), Francia (35.445), Australia (27.731), Canada (26.308), Brasile (22.840), Stati Uniti d’America (19.682), Regno Unito (10.574).

Se si vuole entrare più nel dettaglio, è Corigliano Rossano ad avere il maggior numero di iscritti all’Aire (13.736), seguita da Lamezia Terme (9.096) e da Reggio Calabria (8.706), mentre a livello provinciale, è quella di Cosenza a registrare il più alto numero di iscritti all’Aire, ovvero 178.121. Dati che, una volta letti, fanno riflettere su quanto lavoro ci sia da fare in questa terra tanto martoriata, che necessita di investimenti, infrastrutture e una sanità degna di essere chiamata tale.

Intanto, nemmeno il Dossier Statistico Immigrazione 2020 del Centro Studi e Ricerche Idos e del Centro Studi Conforti -e giunto alla 30esima edizione – presenta dati confortanti: «dopo un lungo periodo in cui la dinamica immigratoria in Calabria ha avuto una tendenza positiva – ha spiegato la dott.ssa Roberta Saladino, referente Regionale del Centro Studi e Ricerche Idos per la Calabria – gli stranieri residenti in regione fanno registrare al 31 dicembre 2019 un decremento pari a più di 4mila rispetto all’anno precedente. Esaminando le variazioni percentuali rispetto l’anno precedente dei residenti stranieri, si osserva che la Calabria si colloca al 19° posto, mentre nel 2018 occupava il primo posto». Ma non è solo la Calabria a registrare variazioni negative: ci sono anche il Lazio, la Valle d’Aosta, le Marche, l’Abruzzo e il Molise.

Per quanto riguarda gli stranieri residenti in Calabria, quest’ultimi sono soprattutto «concentrati nelle province di Cosenza (37.314) e Reggio Calabria (32.990), seguite con valori nettamente inferiori da Catanzaro (19.164), Crotone (11.330) e Vibo Valentia (8.100). La provincia di Crotone e quella di Reggio Calabria fanno registrare la maggiore diminuzione, pari rispettivamente a – 2.447 e – 1.048, mentre Cosenza è l’unica provincia calabrese in cui l’ammontare resta invariato» Un altro problema, è che la popolazione autoctona continua a diminuire: «nel 2019 fa registrare una decremento pari a più di 17mila residenti, mentre nel 2018 era stato pari a – 14mila. Il decremento della popolazione autoctona è imputabile ad un saldo naturale negativo pari a – 6.516. Verosimilmente il numero dei decessi sarà nei prossimi decenni un dato in crescita, via via che le generazioni particolarmente numerose formatesi nel periodo che va dal termine della Seconda guerra mondiale sino alla fine degli anni ’60, entreranno a far parte in classi di età sempre più anziane. A contribuire al decremento demografico autoctono della Calabria è anche il continuo incremento dei flussi emigratori, il saldo migratorio alla fine del 2019 è pari a – 12.170. Esaminando le macro classi d’età si evince che per la popolazione autoctona tra il 2018 ed il 2019 hanno un decremento della loro incidenza sul totale le seguenti classi: 0-14, 15-29 e 30-44 (praticamente i contingenti più giovani diminuiscono). Mentre per la popolazione straniera diminuiscono soltanto le seguenti macro classi d’età 15-29 e 30-44».

«Come conseguenza delle dinamiche demografiche dell’ultimo secolo – ha spiegato la dott.ssa Saladino – la struttura per età della popolazione prosegue il suo lento ma costante scivolamento verso le età più anziane, l’indice di vecchiaia della popolazione autoctona in Calabria resta infatti alto nel 2019 è pari a 178,8%. La presenza della popolazione straniera consente di abbassare l’indice di vecchiaia totale in Calabria, ma a causa verosimilmente del decremento che fa registrare tra il 2018 ed il 2019, l’indicatore calcolato per la popolazione complessiva passa da 163,3% del 2018 a 169,0% del 2019. Ricordiamo inoltre che la popolazione straniera ha in Calabria un’incidenza pari al 5,7%, troppo bassa per poter dare un concreto contributo demografico al decremento dell’invecchiamento della popolazione; Il calo demografico si riflette non solo sulla dimensione crescente della popolazione anziana, ma determina effetti anche in ambiti come quello scolastico, dal momento che una popolazione che fa sempre meno figli innesca dinamiche che, protratte nel tempo, interrompono il ciclo del ricambio generazionale».

Per il terzo anno scolastico, poi, «la Calabria fa registrare un decremento degli alunni complessivamente iscritti pari a – 4.433 (mentre per l’a.s. 2017/2018 fu pari a -5.717), per il contingente straniero si registra una diminuzione pari a -48 (nell’a.s. 2017/2018 fu maggiore pari infatti a -86). Dai dati appare evidente che anche guardando a un contesto giovane e dinamico quale quello della scuola, la Calabria si presenta in affanno, in cui sia gli studenti autoctoni che quelli stranieri diminuiscono».

Secondo i dati Rcfl-Istat, nel corso del 2019 gli occupati stranieri in Calabria sono poco più di 41mila, rispetto al 2018 hanno una perdita dell’8,8% (il numero degli occupati italiani ha invece un incremento dello 0,7%, pari a circa 3mila lavoratori in più), nel 2019 si registra un altro decremento significativo in Calabria, quello delle imprese condotte da immigrati, che passano da 14.893 nel 2018 a 14.803 nel 2019, a fronte di un aumento delle imprese italiane (da 170.037 nel 2018 a 172.304 nel 2019). Per quanto riguarda le presenze dei migranti nelle strutture di accoglienza, i dati del Ministero dell’Interno indicano che al 31 dicembre 2019 le persone inserite nel circuito istituzionale della regione Calabria erano 4.055, il 20,8% in meno rispetto all’anno precedente. Nei primi sei mesi del 2020 sono ulteriormente diminuite, passando a 3.976 unità, pari ad una riduzione del 6,4%. I soggiornanti presenti regolarmente sul territorio regionale al 31 dicembre 2018 sono quasi 51mila, per il 56,3% uomini; il 77,8% è costituito dalla popolazione in età attiva.

Il bilancio demografico della popolazione straniera residente realizzato dall’Istat fornisce diversi dati, tra cui quelli inerenti le acquisizioni di cittadinanza italiana, che continuano ad essere sopra i livelli dei 2mila, dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2019 in Calabria crescono, passando infatti da 2.011 a 2.727. (rrm)

fonte: https://calabria.live/l-emigrazione-calabrese-e-in-crescita-e-diminuisce-la-presenza-di-stranieri/